Gigi Proietti: Buonasera, varietà di fine stagione

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2007 Di Gigi Proietti su testi di Eduardo de Filippo, Bernardino Zapponi, Dino Verde, Kriton Athanosoulis, Publio Ovidio Nasone... Regia di Gigi Proietti
Con Marco Simeoli, Claudio Pallottini, Carlotta e Susanna Proietti

Andare a vedere uno spettacolo di Gigi Proietti significa arrischiarsi a fare un giro sulle montagne russe dell'anima, di quelle, anche, che mettono in guardia i potenziali avventori cardiopatici.

Perchè ormai da anni il Mandrake si diverte ad esplorare con la tecnica dell'attore anche i sentimenti che essa può, sia nella sincera ricerca di un rapporto con il pubblico, sia nel canagliesco (che simpatica canaglia, che è!) esperire i trucchi più biechi della plurimillenaria arte della recitazione, suscitare nei suoi ascoltatori.

In questo intento, sempre preponderante è il piacere dell'ironia, dello sberleffo, della musica, della memoria, intesa come memoria dell'Attore ma anche come ricordo degli attori che lo hanno preceduto sul palcoscenico e delle loro tecniche.

Ma una montagna russa non sarebbe tale senza improvvise variazioni di ritmo e di velocità, e come sempre al fracasso delle risate evocate con un ammicco, un tempo teatrale, una barzelletta, una stupidaggine, un imprevisto, un aneddoto e tanta ottima musica (eseguita peraltro dal vivo e con una voce che sembra guadagnare smalto di anno in anno), segue la frenata esaltante del silenzio, della voce nuda che riempie il teatro solo con le sue vibrazioni, della poesia che solo lui è capace di farmi apprezzare, dell'attore che con le sole armi del carisma, dell'intelligenza, dell'anima, senza trucchi nè infingimenti crea un mondo.

Così, alla partenza bruciante con l'atto unico di Eduardo Pericolosamente, in cui, forse pericolosamente, Gigi ammicca agli stilemi del grande napoletano (ah, lo sforzo titanico, il triplo salto mortale della dizione, precisa, perfetta, non la patetica imitazione che ne fanno i suoi colleghi, non il fastidioso cercare di arraffazzonarne la difficile cadenza...) per discostarsene una volta evocata la sua presenza in teatro, segue l'addirittura medianica capacità di riesumare quelli dell'avanspettacolo; e senza un attimo di respiro si corre a perdifiato tra scenette riadattate, canzoni, ricordi, carrettelle, "caccole" a volontà, tanto che riesce difficile riprendere fiato tra una risata e l'altra. Poi, a cavallo tra la fine del primo e l'inizio del secondo tempo, improvvisa irrompe la Parola, pura e semplice, forse il momento più difficile per il Mandrake, che nell'occhio di bue, immobile se non con il volto, si produce in una bellissima poesia di Kriton Athanasoulis (Testamento), che era nel repertorio di Vittorio Gassman, e addirittura in silohuette, solo corpo e voce, dona la sua sensualità a una poesia di Ovidio, su cui si chiude il sipario.

Quando si riapre, il Mandrake scalda il pubblico a colpi di Nina, e poi si produce nel celeberrimo Fattaccio, incredibilmente rinunciando all'effettaccio strappacore proprio quando era in certo qual modo legalizzato, per comprimere tutta la rabbia e il dolore del suo personaggio nell'occhio de bove e lasciarli esplodere, nel silenzio quasi mistico del pubblico che assiste, nelle ultime frasi.

Poi di nuovo via sull'onda del divertimento, della felicità, della gioia di vivere e di recitare, fino al grandissimo finale della Dame aux Camelias, che più lo replica e più semplice e perfetto diventa.

A quest'ennesima impresa del Mandrake partecipano con autorità gli attori del Laboratorio, Marco Simeoli e Claudio Pallottini, e con sicurezza Carlotta e Susanna Proietti, in rigoroso ordine alfabetico, che si producono nello swing che Gigi tanto ama. Dream a little dream of me si giova della voce potente di una Susanna infagottata in un vestitino a caramella che enfatizza la melodia maliziosamente infantile; poi si produrrà nella scenetta del cassamortaro assieme al padre. The man I love è il brano scelto per Carlotta, che entra in scena come una dark lady di altri tempi e ne esce come una ragazza dei nostri, che cerca una propria strada musicale assieme al suo gruppo, i Lotta's, con il quale canta un loro piacevole brano, Mentimi.

Una doverosa menzione d'onore a Fabrizio Angelini, che en travesti fa una sapida caricatura della Magnani, davvero efficacissima, e cura le coreografie dello spettacolo, fatte di claquette e sgambettate senza pretese particolari, come si conveniva all'avanspettacolo, le cui ballerine erano spesso prese dalla strada; e ad Alida Cappellini, ormai da anni complice del Mandrake nella ricerca di costumi fantasiosi e colorati che nel caso specifico di questo spettacolo permettono al corpo di ballo di trasformarsi in faraoni e portatori neri, a Carlotta di incarnare il prototipo della dark lady, a Susanna e Fabrizio Angelini di aggiungere al proprio personaggio la burineria di colori chiassosi che suscitano immediata simpatia, e a Gigi di entrare nei panni di Eduardo e di illuminare il cassamortaro con il solo ausilio di un meraviglioso baschetto giallo.

Ma se il mio imparziale (ah-ah!!!) parere non vi ha ancora convinto, date un'occhiata alle

CRITICHE

P.S.: LA PRESENTE RECENSIONE E' STATA MOLTO APPREZZATA DAL MANDRAKE IN PERSONA

YUPIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!

 

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I panni di Eduardo

 

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l'amata chitarra

 

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Bira, bruscolini, coca... cola!

 

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con Carlotta

 

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con Susanna

 

GRAZIE A FABIOLA PER LE FOTO TRATTE DAL TG3

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