Trama tratta dall'Enciclopedia
dello spettacolo Garzanti
Caio Marzio è il più nobile e fiero
condottiero che Roma abbia mai avuto, anche se per la sua alterigia non è
amato dalla plebe. Contro i Volsci, condotti da Tullo Aufidio, Caio Marzio
compie l’impresa che gli varrà il nome di Coriolano: quella di
prendere, praticamente da solo, la città volsca di Corioli. Proposto come
console, ma alienatosi il favore dei cittadini fino al punto di essere
bandito, egli giura di mettere a ferro e fuoco la patria ingrata, e a
Tullo Aufidio, impetuoso ed ardente quanto lui, offre la sua spada e la
sua amicizia: insieme, riusciranno ad avere ragione di Roma. Invano perora
la causa della patria presso Coriolano l’amico Menenio Agrippa, maestro
nel conciliare gli animi. Ma quel che non riesce ad Agrippa può invece la
fierissima madre Volumnia, in un memorabile colloquio con il figlio cui
assiste la tacita moglie di Coriolano, Virgilia. Il condottiero proclama
di voler la pace con i volsci, ma, nel momento in cui invita costoro a
stringere alleanza con Roma, Tullo selvaggiamente lo uccide.
Gigi è Coriolano, in uno dei suoi
primi ruoli da protagonista. Spettacolo estivo all'Arena di Verona, fu un
mezzo insuccesso. Dice Gigi che "Soprattutto non andò bene con la
critica. Ma Coriolano è il testo più difficile di Shakespeare, Brecht
per riscriverlo ci impiegò dieci anni. Poi il momento era molto
particolare, di forte politicizzazione, e un testo come Coriolano non è
certamente neutro nei confronti del discorso politico... ma lì
cominciarono anche le prime tensioni, le prime crisi all'interno del
gruppo...(il gruppo del 101, N.d.R.)"
Con Mario Scaccia lavorerà ancora in
Meo Patacca (1972), Le
farò da padre (1974) Conviene
far bene l'amore (1975).