Loretta (una
sfavillante Sandra Collodel), vedova, a suo dire, per non aver rispettato
la ritualità scaramantica che precede il matrimonio, si fidanza con
Johnny (Enzo Avolio). Ma quando conosce il futuro cognato Ronnie (Pino
Quartullo, che gioca la sua interpretazione tutta sul - notevole - piano
fisico), viene travolta da un'inconsueta tempesta ormonale che la
condurrà infine al più classico degli happy end.
Tutta qui, la
semplice trama dello spettacolo tratto dal film del 1987 con Cher e
Nicholas Cage.
Ma la confezione
riscatta l'esilità della situazione e trasforma una storiellina d'amore
in una godibilissima commedia, nella quale c'è spazio, com'è costume di
Gigi Proietti, per la risata come per lo struggimento melanconico,
favorito dalla colonna sonora opera (ufficiosamente) del Mandrake, a base
di pianoforte e armonica a bocca (non conosco uno strumento che meglio si
adatti a certe dolci malinconie). Ma anche per la sensualità della
giovane coppia che si riconosce al primo sguardo, e consuma
immediatamente, freneticamente, ineluttabilmente la propria passione sui
sacchi di farina; come per il delicatissimo, struggente incontro di
solitudini della coppia anziana (cui donano intensità, leggerezza e
infinita classe Vittorio Viviani e Isa Barzizza).
Gigi tratteggia
un bozzetto delizioso, ricco di gag verbali e visive, con controscene da
antologia, forse addirittura troppe, rischiando di distrarre dall'azione
principale; un sapiente uso delle luci a creare la contemporaneità delle
situazioni così che la luna illumini nello stesso tempo l'amore carnale
che pretende di esprimersi nei corpi di Loretta e Ronnie, l'amore al
tramonto, che ancora una tremula luce diffonde, nelle due coppie passatelle
che costituiscono la famiglia di Loretta, e il dolce ricordo dell'amore di
tre vecchietti che in silhouette garbatamente rievocano le loro notti
incantate.
Le scene ridotte
all'osso rappresentano, come lo farebbe un bambino, forse quello che in
noi si lascia affascinare dalla fiaba con tematiche adulte, Manhattan
sotto un cielo stellato, dai colori che sposano il blu della notte con il
rosso della passione, e declinano i grattacieli in tutte le sfumature del
viola.
Il cast ha fatto
propri i tempi che il Mandrake gli ha impostato: indimenticabile lo
sguardo con cui al primo incontro Loretta comprende di essere già solo di
Ronnie, e il suo pragmatismo di ragioniera cede il passo alla violenza
tutta femminile dei sensi; indimenticabile il timido gioco di approcci e
ritirate che danzano il professore e la madre di Loretta alla luce della
luna; perfetti i tempi comici di tutto il cast.
Vittorio Viviani
disegna con brevi incisive pennellate due personaggi, il professore e il
nonno, che pur nell'esiguità della parte strappano applausi a scena
aperta; Isa Barzizza è capace di sorrisi e dolcezze che, da soli,
parlano d'amore meglio di qualunque tomo; Maurizio Marchetti, nella parte
dello zio di Loretta, è il personaggio che più di tutti incarna, e sa
trasmettere, la gioia di vivere e di amare; Luigi Montini esprime
fisicamente, e lascia gioiosamente strabordare, l'esuberanza del suo
personaggio; ed efficacissimi sono anche Enzo Avolio, Claudia Campoli e
Valentina Piserchia nei ruoli di contorno. Sandra Collodel sfodera, per
conquistare il suo Ronnie, una determinazione e una sensualità
inimmaginabili nel personaggio che inizialmente ci propone; e Pino
Quartullo è ideale nella parte del panettiere melomane.
La gioia e lo
spleen dell'amore.
Questo è lo
spettacolo che Gigi ha montato.