Gigi Proietti: Stregata dalla luna

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2004 Di John Patrick Shanley 

traduzione e adattamento di Giorgio Mariuzzo 

Regia di Gigi Proietti
Con Sandra Collodel, Pino Quartullo, Vittorio Viviani, Isa Barzizza

Loretta (una sfavillante Sandra Collodel), vedova, a suo dire, per non aver rispettato la ritualità scaramantica che precede il matrimonio, si fidanza con Johnny (Enzo Avolio). Ma quando conosce il futuro cognato Ronnie (Pino Quartullo, che gioca la sua interpretazione tutta sul - notevole - piano fisico), viene travolta da un'inconsueta tempesta ormonale che la condurrà infine al più classico degli happy end.

Tutta qui, la semplice trama dello spettacolo tratto dal film del 1987 con Cher e Nicholas Cage. 

Ma la confezione riscatta l'esilità della situazione e trasforma una storiellina d'amore in una godibilissima commedia, nella quale c'è spazio, com'è costume di Gigi Proietti, per la risata come per lo struggimento melanconico, favorito dalla colonna sonora opera (ufficiosamente) del Mandrake, a base di pianoforte e armonica a bocca (non conosco uno strumento che meglio si adatti a certe dolci malinconie). Ma anche per la sensualità della giovane coppia che si riconosce al primo sguardo, e consuma immediatamente, freneticamente, ineluttabilmente la propria passione sui sacchi di farina; come per il delicatissimo, struggente incontro di solitudini della coppia anziana (cui donano intensità, leggerezza e infinita classe Vittorio Viviani e Isa Barzizza).

Gigi tratteggia un bozzetto delizioso, ricco di gag verbali e visive, con controscene da antologia, forse addirittura troppe, rischiando di distrarre dall'azione principale; un sapiente uso delle luci a creare la contemporaneità delle situazioni così che la luna illumini nello stesso tempo l'amore carnale che pretende di esprimersi nei corpi di Loretta e Ronnie, l'amore al tramonto, che ancora una tremula luce diffonde, nelle due coppie passatelle che costituiscono la famiglia di Loretta, e il dolce ricordo dell'amore di tre vecchietti che in silhouette garbatamente rievocano le loro notti incantate. 

Le scene ridotte all'osso rappresentano, come lo farebbe un bambino, forse quello che in noi si lascia affascinare dalla fiaba con tematiche adulte, Manhattan sotto un cielo stellato, dai colori che sposano il blu della notte con il rosso della passione, e declinano i grattacieli in tutte le sfumature del viola.

Il cast ha fatto propri i tempi che il Mandrake gli ha impostato: indimenticabile lo sguardo con cui al primo incontro Loretta comprende di essere già solo di Ronnie, e il suo pragmatismo di ragioniera cede il passo alla violenza tutta femminile dei sensi; indimenticabile il timido gioco di approcci e ritirate che danzano il professore e la madre di Loretta alla luce della luna; perfetti i tempi comici di tutto il cast.

Vittorio Viviani disegna con brevi incisive pennellate due personaggi, il professore e il nonno, che pur nell'esiguità della parte strappano applausi a scena aperta;  Isa Barzizza è capace di sorrisi e dolcezze che, da soli, parlano d'amore meglio di qualunque tomo; Maurizio Marchetti, nella parte dello zio di Loretta, è il personaggio che più di tutti incarna, e sa trasmettere, la gioia di vivere e di amare; Luigi Montini esprime fisicamente, e lascia gioiosamente strabordare, l'esuberanza del suo personaggio; ed efficacissimi sono anche Enzo Avolio, Claudia Campoli e Valentina Piserchia nei ruoli di contorno. Sandra Collodel sfodera, per conquistare il suo Ronnie, una determinazione e una sensualità inimmaginabili nel personaggio che inizialmente ci propone; e Pino Quartullo è ideale nella parte del panettiere melomane.

La gioia e lo spleen dell'amore. 

Questo è lo spettacolo che Gigi ha montato.  

La locandina

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il cast (Sergio Fiorentini è stato sostituito da Luigi Montini, di cui non possiedo foto. Me ne scuso con l'interessato)

Le critiche

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