Si
narrano le vicende della famiglia Razzi, proprietaria di una fabbrica di
pastiglie medicinali, che alla morte del capostipite (Bonacelli), incappa
in una disavventura via l'altra fino alla distruzione della fabbrica
perchè con cada nelle mani di una banda albanese di narcotrafficanti.
Nonostante il cast
prestigiosissimo, il film appare slegato in una serie di episodi
autoconclusivi, senza una vera coerenza nella trama. Si ride poco, e i
toni costantemente urlati richiesti a Placido nella parte del nevrotico
capofamiglia sono francamente irritanti. Non credo che Monicelli sia
riuscito in questo film a rendere ciò che voleva, e cioè che la famiglia
borghese è ormai allo sfascio e che solo i personaggi non integrati
conservano una certa purezza, limitandosi a ripetitive macchiette.
Gigi è il professor Rodolfo
Melchiorri, figlio illegittimo del capostipite, omosessuale innamorato di
un carabiniere (d'altra parte il film viene dopo "Rocca").
Nonostante quanto si è scritto sui giornali all'epoca dell'uscita del
film, non è stato il primo ruolo gay: sicuramente Mani d'oro in Mi
faccia causa (1984) e probabilmente lo stilista de La
virtù sdraiata (1969) lo hanno preceduto. Nella sua
interpretazione l'unica cosa che lo distingue dai personaggi eterosessuali
della saga, a parte la pacatezza dei toni, che forse è uno studiato
effetto di contrasto con quelli estremamente isterici della famiglia
Razzi, è una profonda e materna dolcezza. Ma se non lo si fosse saputo
dal battage pubblicitario che ha preceduto il film (che comunque non è
stato un successo), non si sarebbe potuta intuire dai suoi atteggiamenti la
tendenza sessuale.
Gigi ha lavorato ancora con Ornella
Muti in Avvocato Porta
(1997), con Mariangela Melato in Alleluja
brava gente (1970), con Michele Placido in Casotto
(1977), con Marina Confalone in Febbre da
Cavallo (1976), con Paolo Bonacelli in L'Eredità
Ferramonti (1976), con Mario Monicelli in Brancaleone
alle crociate (1970).