IL MARESCIALLO ROCCA - la quinta serie

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Il Maresciallo Rocca e l'amico d'infanzia
Il 2 ottobre 2005, due anni dopo la fine della serie precedente e a dieci anni dall'inizio delle riprese della prima serie, il Maresciallo Rocca si riaffaccia dagli schermi di Raiuno.

La campagna pubblicitaria è piuttosto scarsa, sia sui giornali che in televisione: le grandi testate si limitano ai servizi d'ordinanza per l'esordio di una nuova serie, ma l'attenzione dei media è stornata dalle difficoltà di una RAI senza diritti del calcio e dalle prime avvisaglie di un difficile inizio di stagione per Mediaset.

Gli ascolti, tuttavia, dopo una falsa partenza condizionata dall'aumento degli spettatori delle tv satellitari che quella sera mandano in onda la partita di cartello Juventus-Inter, si mantengono sempre alti, soprattutto in relazione al progressivo ridursi della platea televisiva generalista. Proprio in ragione del valore auditel del Maresciallo, che ha vinto le prime quattro serate dalla messa in onda, i vertici RAI decidono di metterlo a confronto per la quinta con il Distretto di Polizia Mediaset, che ha fatto molto male alla fiction con Lino Banfi, sua diretta concorrente. E il Maresciallo, sia pure di poco, stavolta le prende. Alla fine della serie, con parecchia più convinzione di quanto non sia capitato in precedenza, Gigi afferma pubblicamente che non ce ne sarà una sesta: non gli piace essere usato come un ariete nella battaglia degli ascolti, e non gli piace sentirsi un tappabuchi. Entrambe le cose si sono in effetti puntualmente avverate nei dieci anni di vita del Maresciallo Rocca, spremuto dalla RAI in ogni occasione propizia, e generalmente vincitore.

L'accento questa volta è spostato sulle vicende private di Rocca, che prova una tentazione amorosa per una sua collega, e sulla conseguente ripicca di Francesca: per questo motivo le trame gialle, per quanto sempre gradevoli, finiscono con il sembrare solo un pretesto, e spesso vengono risolte quasi per caso, il che determina qualche fondata critica alla sceneggiatura: sembra che gli episodi si reggano solo sull'abilità degli interpreti, ormai affiatatissimi, in grado di rendersi credibili anche più che nelle altre serie nei rispettivi ruoli. Tutta una serie di argomenti che avrebbero forse meritato migliore sviluppo, come l'eutanasia e la decadenza legata all'invecchiamento, di cui purtroppo è vittima Cacciapuoti, vengono lasciate sullo sfondo, mentre Mannino diventa bonario perdendo buona parte della sua bellezza di personaggio. 

Gigi dà definitivamente vita a Rocca, che a questo punto è un uomo che caparbiamente si ritaglia il proprio buonumore nel parapiglia degli avvenimenti pubblici e privati, che non nasconde l'empatia con le vittime, per le quali prova un dolore che riesce a superare nella convinzione profonda che sia giusto fare il proprio dovere senza trionfalismi. Nella sua interpretazione, il Maresciallo Rocca è un uomo normale messo davanti alla meschinità, più che alla criminalità, del genere umano. La sua umanità, il suo desiderio di comprendere prima di tutto le motivazioni dei cattivi con i quali si confronta, il suo senso del dovere senza infingimenti e senza retorica appaiono come acquisiti, non semplicemente scritti in un copione, ma vissuti dal personaggio con tanta convinzione da permettergli anche qualche curiosa battuta sul mondo delle fiction poliziesche. Ma buona parte del suo lavoro viene vanificata dall'esilità delle trame.

Le fonti di queste foto sono state i servizi fotografici pubblicati dalle riviste Stop, TV Sorrisi e Canzoni (www.sorrisi.com), 2TV.

Cliccate QUI per un rapido riassunto delle puntate. 

 

da solo

 

 

 

con Veronica Pivetti

 

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