Gigi Proietti: La rivolta delle poltrone

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Proveperunsito live space

 

Nel 1999 o giù di lì si rese libera la poltrona di direttore artistico dello Stabile di Roma, carica palleggiata per parecchio tempo tra i vari pezzi grossi del gotha teatrale italiano. Si fece anche il nome di Gigi, prima che assumesse la direzione del Brancaccio, ma senza risultato. Alla fine venne nominato Mario Martone, che per prima cosa decise di sventrare la platea dell'Argentina per crearvi un nuovo spazio scenico. Gigi, in disaccordo con queste scelte, pubblicò incautamente sull'Espresso questi che potete leggere ed altri due sonetti, per i quali si beccò dell'"ovvio e qualunquista", e rispose letteralmente per le rime, sempre sull'Espresso

SI RINGRAZIA INFINITAMENTE CESCA PER LA PREZIOSISSIMA COLLABORAZIONE "ARCHEOLOGICA" 

 

1

Lo so, nun servirà si me lamento.

Chi po’ pija sul serio nà poltrona?

Ma qui ‘gni vorta che c’è un cambiamento

Me spostano perché nun so più bbona!!

 

Io m’ero illusa de restà in platea

Speravo tanto che stò direttore,

armeno lui, ciavesse, n’artra idea;

che fosse arternativo, ma de core…

 

Invece niente! Ho letto sur giornale

Che pure lui rimove le portrone,

perché così se sente origginale.

 

Mò vojo contattà l’artre colleghe

E tutte insieme fa ‘nà petizione

Pe dije "adesso basta cò ste seghe".

 

2

E’ possibile mai ch’ogni servaggio

Che fà ricerca e sperimentazione,

pè ffà capì che vò cambia er linguaggio

se la deve pijà cò le portrone!

 

Perché nun ve sfogate in artro modo?

Questo è un sistema trucido e coatto!

Adesso bbasta! Nun se schioda un chiodo!

E lo pretenderemo pè contratto!

 

Portrone de teatro, su la testa!!

Incrociamo i braccioli e lo schienale!

Cercamo de sarvà quello che resta!

 

Adesso noi ve dichiaramo guera!

Perché pe’ assiste a ‘n fatto culturale

Volete annà a finì a culo per tera?

 

 

 

 

 

 

 

 

...e non è finita ancora: leggete la seconda invettiva cliccando QUI!

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