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Spettacolo
in quattro puntate, scritto da Roberto Lerici. Una sorta di grande ripasso
generale di tutti i materiali di cui è fatto il teatro di Gigi fino a
questo momento. Sono presenti brani che non hanno trovato spazio nell'A
me gli occhi, please eternato nella registrazione televisiva. Gigi
programmaticamente ed esplicitamente si rifiuta di affidarsi agli ospiti e
dà ai ragazzi del neonato Laboratorio di Esercitazioni Sceniche la prima
grande occasione. Sono riconoscibili quell’anno, ognuno gratificato di
un proprio momento solistico, Gianfranco Iannuzzo, impegnato in un
incredibile scioglilingua; Massimo Wertmüller e Pino Quartullo impegnati
in una parodia del Giulio Cesare di Shakespeare progenitrice del
personaggio di Toto.
Il genio di Antonello
Falqui intuisce la difficoltà dell'animale da palcoscenico
davanti al pubblico ammaestrato tipico degli studi televisivi, e piazza la
telecamera davanti a Gigi, lasciandolo completamente libero. Il risultato
è uno spettacolo televisivo quanto più possibile prossimo ad uno
spettacolo teatrale, spontaneo, irruente, e con tutta la ricchezza dei
mezzi della RAI, quando si chiamavano mezzi ma erano interi.
In particolare meritano una
menzione l'estratto da La commedia di Gaetanaccio
e tutte le canzoni swing
in cui Gigi si produce.
Con Antonello Falqui Gigi ha
lavorato anche in quello che personalmente considero il migliore
spettacolo in assoluto della storia della televisione italiana, Fatti
e Fattacci (1975).
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Mentre si esibisce nella
lezione di sesso |