Ezzelino (Rascel) e Ademar (Gigi)
sono due simpatici truffatori dell’anno Mille, che approfittano del
clima apocalittico che in quell’anno si respira per spacciare scapolari
miracolosi, promettendo, in cambio di denaro, un posto in paradiso agli
sprovveduti popolani. Ma Ademar si monta la testa, convincendosi per una
serie di circostanze di essere davvero il sant’uomo per il quale si
spaccia, e rischia per questo di rimetterci le penne sul rogo. I due
litigano, poi si riappacificano, se la cavano per il rotto della cuffia e
quindi ripartono verso qualche altro paese di creduloni.
Modugno, appena prima del debutto
ufficiale, rinunciò allo spettacolo (forse per una fastidiosa lombaggine,
forse perché non era del tutto convinto del suo personaggio, forse
perché i due interpreti principali litigarono di brutto prima della prima).
Garinei e Giovannini andarono a pescare Gigi allo Stabile dell’Aquila,
dove era impegnato in Operetta di
Gombrowicz, avendo saputo che c’era questo giovanotto capace di recitare
e cantare. Gigi titubò molto, perché gli sembrava un tradimento,
impegnato com’era a contestare il teatro ufficiale, dedicarsi
nientedimeno che a quello musicale, quindi accettò di prendere parte alle
prove riservandosi il diritto di scegliere in un secondo momento se
partecipare o meno allo spettacolo. Gigi ha sempre considerato in
seguito Rascel come uno dei suoi maestri, non tanto perchè ne abbia
ricevuto dritte e saggi consigli, quanto piuttosto perchè dietro le
quinte ne studiò a lungo le caratteristiche e la capacità di stare in
scena. Rascel comunque gli insegnò ad essere sé stesso, consigliandogli
di non "modugneggiare", per quanto la cifra stilistica della
musica di Modugno fosse molto riconoscibile ed il timbro di Gigi
baritonale, e lì per la prima volta Gigi comprese il significato della
parola "popolarità", vincendo anche la "Maschera
d'Argento". Assieme ad A me gli occhi, please,
Gigi considera questo spettacolo uno dei punti di svolta della sua
carriera.
Con Mariangela Melato ha lavorato
anche in Casotto (1977), con
Garinei anche ne I 7 Re di Roma (1988).
Le meravigliose foto che corredano
questa pagina mi sono state fornite dal grandissimo ALESSANDRO CARIA, cui
vanno tutti i miei ringraziamenti e le mie genuflessioni, e sono tratte in
parte dal programma di sala dello spettacolo ed in parte dal volume Il
teatro di Garinei e Giovannini, a cura di Maria Gabriella Cambiaghi,
ed. Bulzoni Roma 1999.
Amaro
Fiore Mio
Iaia
Fiastri - Domenico Modugno
con
Mariangela Melato
"stasera
si respira
ammuri!"