(...) Gigi Proietti è una garanzia: chifrequenta i suoi spettacoli sa che si divertirà dalla prima all'ultima battuta, che trascorrerà un paio d' ore distraendosi allegramente, lasciando altrove problemi e affanni. Ed è proprio questo che Gigi Proietti vuole dare alla sua platea: la certezza di scegliere, con lui, una serata diversa, una volta tanto fuori di casa e lontano dalla solita televisione. (...) A Gigi, insomma, pince giocare su tavoli diversi e non si risparmia le tante occasioni mimiche ( compresi fulminei sketch e harzellette ) che un attore poliedrico come lui, grazie anche alla lunga militanza teatrale, è in grado di concedersi.

Emilia Costantini, Il Corriere della sera, 22/4/2007

Sono pochi gli attori che sanno stare su un palcoscenico come Gigi Proietti, che tutte le volte dà l'impressione di trovarsi a casa sua. Proprio per questa virtù, che dalla ribalta lo pone a suo agio di fronte a qualsiasi platea, egli ne approfitta, al punto da imperversare
con grande bravura, in lungo e in largo, per oltre due ore come se niente fosse.
Sa andare avanti tutto d’un fiato, senza mai mollare. (...) mattatore a tutto campo, magnetico in ogni momento. Proietti non segue un testo drammaturgico preesistente ma me combina uno tutto suo, cucito con pezzi di varia provenienza ( alcuni portano la firma di Dino Verde e Bernardino Zapponi), utilizzati per il suo scatenato istrionismo. (...) Fenomeno artistico un po’ vecchia maniera, tipico dell’attore di razza che conosce tutte le regole del mestiere.
«Buonasera» è soprattutto un omaggio al vecchio varietà, quello degli anni ’30 e dei primi del dopoguerra, del quale rispolvera alcuni numeri classici. Lo fa con stile e precisione, cosa non facile se si pensa ai mediocri tentativi di riesumazione che si sono visti spesso in questi
anni, genericamente patetici. Ma il varietà non è tutto, ci sono pure altri generi imbastiti con abilità, fluidamente disposti: dal teatro di prosa vero e proprio con il breve atto unico di Eduardo De Filippo dal titolo «Pericolosamente» ( una autentica chicca in cui Proietti si
misura con disinvoltura in un personaggio partenopeo) (...) Uno spettacolo di questo tipo poteva essere tenuto in piedi soltanto da un interprete straripante capace al tempo stesso di saper tenere in mano tutte le componenti senza strafare. Proietti ci riesce in pieno, fa appello al suo straordinario fiuto. sa come arrivare ad un parterre di 1800 posti che non vuol perdersi neppure una delle sue battute. E’ in grande forma, conscio delle possibilita’ del teatro quando ci si puo’ permettere di andare a ruota libera. Gli applausi sono da ovazione, trionfo del teatrante che sa abbandonarsi a se stesso e al suo istinto. 

Ettore Zocaro, La Sicilia, 29/4/2007

(...) Lo showman si diverte a fare l'attore da anni ruggenti, scendendo in sala come venditore di bruscolini e di "arancia-bira-coca", e dando vita a una serie infinita di maschere esilaranti. (...) Eccolo quindi in un favoloso sketch (con la figlia Susanna in scena) , in cui fa un impresario delle pompe funebri che scaramanticamente evita di rivelare il proprio campo di interessi al fidanzato della figlia. La serata prosegue generosa, promiscua, caustica. (...) Il  pubblico gode anche delle sue pause, come quella a favore di una magnifica poesia di Athanasoulis, o per quel cenno di Ovidio. (...) Insomma, un Buonasera da ricordare, un teatro per tutte le stagioni, con un Proietti che per tre ore di filato è un vero genio incantatore. Capacissimo di spaziare a tempo pieno da Shakespeare a Bernhard, se solo lo volesse.

Rodolfo di Giammarco, La Repubblica, 30/4/07 

Il più grande attore italiano in scena al Teatro Politeama Brancaccio 
“Buonasera”, varietà di fine stagione, segna il trionfo, l’apoteosi di Proietti 

Unico, inimitabile, irresistibile: Gigi Proietti è un “grande”, e non lo scopriamo certo oggi. Da anni ci delizia con il suo inconfondibile stile, il suo incomparabile carisma, la sua esilarante comicità, la sua classe genuina, la sua straordinaria arte scenica, la sua esagerata simpatia, il suo straripante talento e il suo calore umano. (...) Questo grandissimo attore, che dappertutto ci invidiano, festeggia con gli spettatori del Politeama Brancaccio, già Morgana, inaugurato nel 1916, la fine di una stagione durata sei anni e che lo ha visto indiscusso protagonista sul palcoscenico e dietro le quinte come Direttore Artistico. (...)
Gigi Proietti - insieme alla sua orchestra e alla sua compagnia di attori, il balletto e le due straordinarie figliole affascinanti e talentuose, Susanna e Carlotta, quest’ultima accompagnata dal suo trio - sciorina il meglio del suo repertorio (...) l’immenso Gigi non ha mai deluso. 

Paolo Pelinga, Italia sera, 21/4/07

(...) un contenitore volutamente anarchico e ripetitivo in cui versare eclettismo, citazioni, personaggi, cavalli di battaglia, omaggi e, su tutto, la sua bravura pazzesca. (...) Al varietà come genere onnivoro, eppure mai casuale, sono dedicati i due tempi coloratissimi e fioriti di fondali, ballerine, danzatori/attori, tipi e tipetti, trovate teatralmusicali. E al centro, smagliante nelle improbabili giacche dei personaggi via via proposti all’esilarato pubblico, Gigi romano, napoletano, americano, latino, classicheggiante, swingheggiante, fine dicitore, divo vernacolare, parodista e quant’altro. (...) Basterà annunciare un Gigi alla partenopea che di Eduardo restituisce la recitazione di pause e cincischi, la camminata a ginocchia semipiegate, l’armeggiare leggendario con spolverino e cappello. (...) E c’è il Proietti impareggiabile dicitore in romanesco, che regala agli spettatori il celebre Fattaccio per poi passare, lasciando il fratricida di vicolo del Moro, alle rarefazioni erotiche di Ovidio Nasone, al fuoco barricadero di Athanasoulis, al Bernardino Zapponi dello sketch dedicato a Formichella, alle faràndole di note, parole e gesti che sa accendere in palcoscenico.
Alle due figlie dell’attore, Susanna e Carlotta, il compito di mostrare come abbiano ben imparato a ballare, cantare e recitare. La prima è una doll coloratissima e intonata; la seconda ci regala, nientemeno, The man I love. Grandi applausi anche per loro. All’epilogo, pubblico incapace di mandare a cena il mattatore: consensi alla stelle, richieste di bis. Gigi sempre e per sempre. Ma fatelo almeno magnà.

Rita Sala, Il Messaggero, 19/4/2007

I grandi attori sono fenomeni rari e in qualche misura inspiegabili. (...) l'istinto (di Proietti, n.d.W.) è corroborato da una tecnica prodigiosa. (...) la facilità e la disinvoltura con cui egli controlla sè stesso e con cui passa da uno stato d'animo ad un altro diversissimo (...) gli consentono una leggerezza indiavolata che sembra farsi beffe del faticoso calarsi nel personaggio dei pur mirabili, che so Dustin Hoffmann o Montgomery Clift. Perciò un testo gli sta stretto, lui è un purosangue che deve scorazzare, come si dice, saltando di palo in frasca. (...) Essendo i fans di Gigi Proietti nella capitale non meno numerosi che quelli di Francesco Totti, la generosa serata (tre ore) piace assai (...)

Masolino d'Amico, La Stampa, 22/4/2007.