Bellissimo
Cellini - Trionfa il Carnevale nel Berlioz di Proietti - Perfetta la regia
Michelangelo Zurletti, la
Repubblica
...E poichè si trattava di un'opera
"romana" è stato chiamato a metterla in scena Gigi Proietti. Ma
Proietti non ha affatto calcato la mano sulla romanitudine dell'opera, ha anzi
tolto più di quel che si poteva pensare che aggiungesse, da uomo di teatro
privo di connotati locali. La sua è una regia di sobria correttezza e di
coerenza. Immagininamo quello che potrebbe essere il Carnevale in mano a registi
più corrivi. Qui troviamo solo un ordinato disordine, che è risultato
difficilissimo da ottenere. E cosa avrà fatto al coro per ottenere movimenti e
danze così precisi? E apprezziamo anche il rifiuto a riempire di controscene i
momenti di solitudine, di dialogo, d'amore. Non c'è niente che disturbi, c'è
solo quello che occorre, realizzato benissimo. Proietti ci ha persino
risparmiato la fusione a vista del Perseo, quell'impresa che in palcoscenico si
risolve in dieci minuti di miracolo di fonderia. Si è limitato al fuoco del
crogiolo e poi all'esposizione del capolavoro...
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...
Alfredo Gasponi (il Messaggero di
Roma)
...realizzazione nell'insieme soddisfacente. Da un
artista simpatico ed esuberante come Gigi Proietti ci si aspettava che, nella
sua regia, il momento più riuscito fosse il Carnevale: invece è venuta fuori
una baraonda chiassosa, dove è forse andato perduto l'effetto delle coreografie
di Giuseppe Carbone. Piuttosto è piaciuto il regista per come ha saputo
cogliere i momenti di introspezione di Cellini. Proietti, evidentemente, è più
a suo agio con i personaggi singoli che con le masse.
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Proietti cesella il suo Cellini -
Finale a effetto - Applausi per tutti
Paolo Gallarati (la Stampa di
Torino)
...la regia di Gigi Proietti, molto funzionale e
musicale... franco successo... [i personaggi] si muovono vivamente su ritmi di
commedia che Gigi Proietti ha assecondato e valorizzato con molto garbo e
nessuna forzatura, un'attenzione evidente ai movimenti ed ai gesti suggeriti
dalla musica... belle luci... concludendo l'opera con la colata di metallo
incandescente che dalla caldaia va a riempire la forma della statua, portando al
trionfo finale la volontà dell'artista. Conclusione a effetto che ha strappato
applausi meritati per tutti.
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Miracolo nel caravanserraglio.
Ottimo "Cellini"...
Paolo Isotta, Il Corriere della
Sera di Milano
...con un'opera inafferrabile quale il "Cellini",
di così difficile esecuzione che l'allestirlo è temerario, scaturisce uno
spettacolo inaugurale degno di un Sant'Ambrogio milanese. ... a comandare la
macchina scenica Gigi Proietti, "er core de Roma"; chissà quali
volgarità farsesche ci si attendeva da lui; ma chissà quali nequizie
simbolico-allusive avrebbe potuto egli escogitare, con la complicità dello
scenografo e costumista Quirino Conti, per mostrare di non essere tanto naïf;...
Proietti sente i ritmi (sincopati, asimmetrici, di non umana velocità): li
riveste del suo moto scenico quasi adattasse un guanto ad una mano; non esagera
nelle cosiddette controscene ma le usa sapidamente in quanto siano compatibili
con l'eleganza; nel Carnevale romano, fatalmente tutto in tagli paralleli allo
spettatore, mescola geometrico, studiato disordine a campiture ove il
personaggio è di volta in volta isolato; nella scena della fusione l'occhio è
penetrato, grazie al regista ed al bozzettista, di stupefazione e solennità pel
vero e proprio simbolo della creazione alle quali la musica non perviene.
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