Critiche

Angelo Foletto, la Repubblica

Da Genio della lampada a Dio. Una bella carriera per Gigi Proietti. La sua mimetica voce e l’irresistibile comunicativa sono stati protagonisti applauditi – fino al fuori programma non molto appropriato, un estratto da "A me gli occhi, please" – della prima assoluta di Il giudizio Universale, l’opera buffa di Claudio Ambrosini rappresentata nel parco di Palazzo Vitelli come appuntamento straordinario del 29esimo Festival delle Nazioni. La presenza di Proietti, mattatore assoluto nel primo episodio, era un’arma a doppio taglio: ha garantito l’attesa del pubblico (impaziente quando lui non c’era) e risposto con straordinaria efficacia alle esigenze plastico-narrative richieste da alcune parti del testo. Ma lo spettacolo è rimasto allo stato di ibrido teatrale… il vero protagonista nel Giudizio Universale non è la voce che recita (seppure travestita fregolianamente dalla bravura di Proietti), ma le mille che cantano.

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Guido Barbieri, Il Messaggero di Roma

… da una parte la storia, con tutto il suo fardello allegorico… dall’altra l’Attore Gigi Proietti, Dio, ma al tempo stesso anche Lucifero, con tutta la sua magnetica carica istrionica. Ed era inevitabile che queste due nubi xosì dense offuscassero un po’ la gara di bravura tra l’angelo e il diavolo… piccolo trionfo personale per Dio-Lucifero Proietti…

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Sara Patera, L’Opera

…domina e muta registri abilmente la voce di Gigi Proietti che con capacità magnetica di attrazione riempie la scena, tuona, ironizza, nel ruolo di Dio, raccoglie applausi per la sua "aria" di bravura e dall’alto seggio scende e si umanizza, bizzoso, annoiato, partigiano nella gara, naturalmente a vantaggio (anche se invano), dell’angelo. Focalizza l’attenzione del pubblico anche con il suo doppio al negativo, un Lucifero di cui ha registrato la voce che gli effetti elettronici ben dilatano, distorcono, potenziando le risorse di un parlato adeguato alla demoniaca iattanza del personaggio… In complesso, un’operazione che tenta la conciliazione tra cautela e rischio del nuovo.

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