Note di regia

Tòto (e non Totò) è un personaggio nato in scena e del quale il pubblico si è innamorato. Nato in scena significa che, come mie altre cose, non c'è un copione scritto. Si sistema sera per sera sui ritmi che il pubblico impone. Questo spettacolo si intitola appunto «Io, Tòto e... gli altri». In scena cerco di spiegare come è nato. Ovviamente tutto ciò vuole essere un pretesto cordiale per poi svisare e svariare su altri climi e temi che, come sempre, vengono trasmessi cercando di tenere toni leggeri-leggeri, essendo la Leggerezza l'obbiettivo più ambizioso che nel mio teatro cerco di raggiungere. Ma si sa la leggerezza è irraggiungibile, come la Perfezione. Nel 1979 con "A me gli occhi" comincia una mia proposta al Teatro Italiano, non dico una proposta alternativa, ma una linea di indirizzo che poteva convivere con tutte le altre che c'erano: e più precisamente il mio intento era di riparlare di 'Teatro popolare'. Vediamo, mi dicevo, di ricostruire questo termine e vediamo se ha ancora senso parlarne, in un momento in cui il popolare sembra essere diventato appannaggio della sola televisione, per andare a scoprire se c'è la possibilità di contatto con il pubblico, perché pensare al pubblico, alla funzione collante che il Teatro può avere in una comunità implica una serie di sforzi che vanno al di là di una semplice messa in scena, significa entrare nel sociale. Io credo che il Teatro debba essere questo. "Vintage" poi è l'altro oggetto di riflessione del mio spettacolo, di cui è il sottotitolo. Vintage termine di moda e 'della moda' oggi. Non si inventa più niente di nuovo? E allora dai a recuperare vecchie cose, vecchi abiti da valorizzare e dare loro un valore fittizio che serva a distinguere, a separare quelli che possono da quelli che non possono.

Comunque i miei spettacoli non sono mai stati un recital, nè un cabaret, bensì un rastrellamento di materiali. C'era, insomma, e c'è, un bisogno di trovare un linguaggio tutto da palcoscenico, non letterario. E' chiaro che questa intuizione permette di esprimere tutti i generi teatrali, dalla parodia alla satira, al momento drammatico. Il gusto di questo spettacolo sta proprio qui: nel fatto di passare da un momento all'altro senza soluzione di continuità. Si può fare col Teatro? Certo, come no? Ed ecco allora qualche genere teatrale che riaffiora in «Io, Tòto e.. gli altri». Dire di più sui miei spettacoli non si può, sarebbe come svelare una scaletta dei brani che deve rimanere segreta, perché può cambiare di sera in sera.

Gigi Proietti