Trama tratta dall'Enciclopedia
dello spettacolo Garzanti
Edipo, dopo avere sciolto gli enigmi
della Sfinge, regna sovrano su Tebe sposo di Giocasta, vedova del re Laio,
e padre di quattro figli: Eteocle, Polinice, Antigone e Ismene. La città
è devastata da una terribile pestilenza e l’oracolo di Delfo ha
consigliato, perché la pace torni in Tebe, di trovare l’assassino di re
Laio. Per una serie di eventi imprevisti, Edipo viene a sapere che Laio
era suo padre, ed era l’uomo che egli ha ucciso in una lite sulla strada
per Tebe. Accanto al cadavere di Giocasta, sua sposa e madre, suicidatasi
nell’apprendere la verità, Edipo si strappa gli occhi. Accanto ai
protagonisti sono il cieco indovino Tiresia, e Creonte, il cognato cui
Edipo affida i figli ed il regno.
Questo spettacolo rappresentava il
saggio finale della scuola di recitazione di Vittorio Gassman, la
"Bottega dell’attore" di Firenze, tenuta in coabitazione con
Giorgio Albertazzi. I ruoli principali della tragedia sono sostenuti dai
migliori amici del grande attore, e Gigi ha la parte del Nunzio, colui che
risparmia al pubblico la visione della violenza.
Con Lea Massari ha lavorato anche in Il
Misantropo (1967); con Adolfo Celi anche in Le
piacevoli notti (1967) e Febbre
da Cavallo (1976); con Vittorio Gassman, suo grande amico anche in
Lo scatenato (1967) Brancaleone alle Crociate
(1970), La
Tosca (1973), Un
Matrimonio (1978), Due pezzi di pane
(1979), Di padre in figlio
(1982). Alla morte del grande attore ha inoltre scritto un bellissimo
sonetto, Guardando Vittorio che dorme
(2000)