Figaro è in procinto di convolare a
giuste nozze con Susanna, ma il Conte d'Almaviva, che aveva rinunciato
allo ius primae noctis, ci ha ripensato, ed ha offerto ai promessi sposi
una stanza nel suo castello, vicina alla propria, che gli consenta di
godere delle grazie di Susanna prima del marito. Danno man forte al Conte:
Marcellina, che Figaro aveva promesso di sposare, firmando anche una
cambiale di Matrimonio; il dottor Bartolo, che ha una vendetta da compiere
su Figaro; e Basilio, che vuole convincere con le buone Susanna a cedere.
Da qui parte una serie di gag a base di armadi nei quali si nascondono a
turno i vari personaggi, travestimenti, equivoci, truffe, riconoscimenti
insperati, tribunali e quant'altro mentre si combatte a colpi di burle il
duello tra Figaro e il Conte, tra i quali si intrufola la Contessa abbandonata.
Vincerà, o meglio, trionferà Figaro, e
le nozze potranno essere degnamente festeggiate dopo una girandola di
frenetici avvenimenti.
Si tratta, è vero, di un riassunto
piuttosto stitico dei molteplici episodi che si susseguono nei quattro
atti dell'opera, e soprattutto ben poco attento alle sfumature, ma non è
questa la sede per una disamina critica che non sarei comunque in grado di
fare. Per cui, fin qui la trama dell'opera, scritta da W.A. Mozart su
libretto di Lorenzo da Ponte, messa in scena per l'inaugurazione della
stagione 2005-2006 del Teatro dell'Opera di Roma dal trio che vede il
Maestro Gianluigi Gelmetti alla direzione d'orchestra, Quirino Conti alla
scenografia e Gigi Proietti alla regia, già collaudato con grande
successo con il Don Giovanni presentato
addirittura davanti a 100.000 persone assiepate in Piazza del Popolo a
Roma nel 2002.
In ossequio al contenimento dei costi
che di questi tempi è l'assillo di chiunque, i tre riutilizzano le scene
del Don Giovanni, anche nell'ottica di considerare i due allestimenti
unitari nell'ambito della cosiddetta "trilogia italiana" di
Mozart. Gigi concentra la sua attenzione sulla recitazione dei cantanti,
senza esagerare nell'invenzione delle numerosissime gag, restando sempre
rispettosamente un passo indietro rispetto alla musica, ottenendo un buon
riscontro critico e un caloroso successo di pubblico.
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