Gigi Proietti: Operetta

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1970 Di Witold Gombrowicz Regia di Antonio Calenda
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Trama tratta dall'Enciclopedia dello spettacolo Garzanti

Il conte Agenore Himalay, dandy ricco ed ozioso, si innamora della giovane Albertina, che è concupita anche dal barone Fimlet. Per potersi accostare all’amata il conte escogita uno stratagemma: assolda un mariuolo che, dopo averla palpeggiata a lungo, finga di rapinarla. Lui in persona interverrà poi in aiuto della ragazza. Ma al momento di farsi avanti scopre con raccapriccio, lui che va pazzo per i vestiti, che Albertina, dopo quel contatto erotico col mariuolo, agogna ed invoca solo la nudità. Il conte invita Albertina al castello, dove la copre di vestiti e dove giunge in visita il famoso Flor, maestro di moda. Dietro suggerimento del finto conte Hufnagel (in realtà ex maggiordomo ed ora militante rivoluzionario), viene organizzato un ballo in maschera durante il quale nasce una gran confusione, Agenore e Filmet si sfidano a duello e Albertina scompare. Approfitta della situazione Hufnagel che, alla guida dei servi, fa scoppiare la rivoluzione. Quarant’anni dopo, mentre Hufnagel insegue e processa fascisti e borghesi, Agenore e Filmet girano per il mondo con ua bara alla ricerca di Albertina, creduta morta, per seppellirla. Ma all’improvviso dalla bara si alza proprio Albertina, nudità eternamente giovane.

Di questo spettacolo Gigi dice: "Operetta bisognerebbe rifarlo oggi. Allora fu la rivelazione di questo grande scrittore che è Gombrowicz e che lessi tutto, fino a diventare un gombrowicziano di ferro. Ma all'epoca non fu capito e, se lo fu, fu capito solo parzialmente. Fu attaccato da tutte le parti, soprattutto da sinistra, dai cosiddetti "cinesi" che lo bollarono di reazionarietà, perchè osava criticare un certo conformismo marxista, così come si era concretizzato nella società sovietica, cui Gombrowicz alludeva come a una società totalitaria... Ci dividemmo con Fiorenzo Carpi la responsabilità musicale dello spettacolo. A me la parte più operettistica, più "scaciata", Fiorenzo la sistemava brechtianamente..."

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con Piera degli Esposti

 

 

 

 

 

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