Lei è una quarantenne disperata che
progetta il suicidio per il suo compleanno, lui un professore
universitario misantropo e ossessivo. Vivono in un condominio di Parigi e
si innamorano in due tempi.
La scena è su due piani, un velatino
scorrevole su cui sono dipinti i tetti bigi di Parigi nasconde ora la casa
di Bertrand, ora quella di Sophie, con effetto cinematografico. Lo
spettacolo riecheggia qua e là la spumeggiante verve di Neil Simon, ma,
al contrario che nelle commedie del grande americano, qui non c'è un
personaggio più o meno normale o, se preferite, borghese, vessato dalla
gioia di vivere del suo antagonista: entrambi sarebbero abbastanza
patetici, se lo sguardo che viene loro rivolto non fosse quello della
dissacrazione. Gigi decide di spingere sull'acceleratore della comicità,
preferendo non enfatizzare gli inevitabili momenti di scoramento che i due
personaggi attraversano, che si esauriscono nello spazio di una sbronza
durante la quale vengono alla luce verità che non si è osato esprimere
in precedenza, ma il tempo lasciato alla disperazione è pochissimo e
sempre in punta di quella risata che è facile quando la verità è
lasciata al livello del tasso alcoolico, così che la commedia scorre via
piacevolmente, con abbondanti risate, forse con minore varietà di
emozioni rispetto al precedente Stregata
dalla luna, ma con sincero divertimento sia per gli interpreti che per
il pubblico.
Sandra Collodel è Sophie, quarantenne
strappata per i capelli al suicidio, che trova una nuova ragione di vivere
nella conquista di Bertrand, e sfoggia una serie di registri
interpretativi sempre mediati dall'ironia che non nascondono ma sublimano
la disperazione di fondo; Pino Quartullo con parruccone è Bertrand, pieno
di problemi che non ha nessuna intenzione di risolvere, in
un'interpretazione che mette in primo piano anche fisicamente l'orso che
è in lui. Il suo personaggio, tuttavia, è meno ricco di sfumature
rispetto a Sophie, più un carattere che non un personaggio compiuto. La
chimica tra i due è invece perfetta, i tempi comici funzionano come un
orologio svizzero, la cena tra i due è veramente esilarante, e lo
spettacolo assicura ciò che promette: due ore di divertimento
scacciapensieri.
Una menzione d'onore meritano gli
efficaci costumi, che rispecchiano fedelmente i personaggi (i ciabattoni e
il pigiama peloso di Bertrand, il vestitino da educanda di Sophie e poi il
sensuale abito nero) e si permettono anche un'esilarante esplosione di
tessuti nella scena della seduzione, quando Sophie si presenta vestita da
confetto.
Ah, per chi andrà a vedere lo
spettacolo: l'uccello nel testo originale è anonimo.
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