Mail
Proveperunsito
live space
| |
1983 |
Di Giacomo
Puccini, su libretto di Illica-Giacosa |
Regia di Gigi Proietti |
|
Roma, 14 giugno 1800, il giorno della
battaglia di Marengo, vincendo la quale Napoleone si assicurò l’entrata
in Italia. Mario Cavaradossi, pittore e giacobino, sta dipingendo
una Maria Maddalena per la chiesa di S. Andrea della Valle quando sorprende nella
chiesa Cesare Angelotti, prigioniero politico appena fuggito da
Castel S. Angelo negli abiti femminili fornitigli dalla sorella.
Cavaradossi conduce Angelotti, di cui condivide le idee politiche, a casa
sua per nasconderlo, ma nella fuga questi dimentica un ventaglio. Lo
ritrova il barone Vitellio Scarpia, reggente dell’alta polizia
romana, che lo usa per istigare il sospetto di Floria Tosca,
gelosissima amante del pittore. Seguendola a casa di Cavaradossi, Scarpia
scopre anche Angelotti, che si uccide pur di non cadere nelle sue mani, e
quindi arresta il pittore, che viene condannato a morte. Ma il barone,
bramoso delle grazie di Tosca, le propone un patto: Cavaradossi sarà
liberato se lei acconsentirà a concederglisi. Tosca accetta in cambio di
un salvacondotto che assicuri ai due amanti l’uscita dagli stati romani,
e Scarpia, in presenza della cantante, dà ordine che Cavaradossi venga
fucilato con colpi a salve. Mentre Scarpia brandisce il famoso
salvacondotto, Tosca lo uccide con un coltello, e quindi corre ad avvisare
il suo amante che faccia finta di morire quando udrà i colpi a salve.
Solo che l’ordine impartito da Scarpia è un trucco: Cavaradossi viene
fucilato per davvero e a Tosca non resta che gettarsi dagli spalti di
Castel S. Angelo.
Dieci anni dopo la Tosca
cinematografica, e proprio in conseguenza di essa, Gigi si cimenta (a
Ginevra!) con la regia dell'opera lirica e, da appassionato jazzofilo,
scopre anche la bellezza delle melodie pucciniane. La sua attrazione per
l'opera troverà negli anni sfogo in altri capidaldi del repertorio
operistico prevalentemente italiano, raggiungendo due picchi di eccellenza
prima con il Benvenuto Cellini dell'Opera di Roma, poi,
soprattutto, con il Don Giovanni (2002)
pensato e realizzato prima per l'Opera di Roma poi per il popolo romano
nella sua piazza eponima, che gli è valso i complimenti del Presidente
della Repubblica Ciampi. |
Sorry, no picture |
Torna
all'inizio
|