Con
Carlo Buccirosso, I fichi d'India, Biagio Izzo, Enzo Salvi
Che
cos'è una barzelletta? Non un apostrofo marroncino tra le parole c..o e
c...o (contate i puntini per capire a quali parole mi riferisco). Per Gigi
è una microsceneggiatura perfetta, di cui non è spiazzante e comico tanto il
significato recondito, quanto il tempo con cui si è capace di
concluderla. Quando fa ridere? Quando non la si conosce, e chi la racconta
sa rispettare questo tempo. Quando non fa ridere? Quando la si conosce e
chi la racconta non sa rispettare questo tempo. A cosa serve? A passare in
allegria, ridendo di pancia e senza ritegno, qualche momento della
giornata.
Il film dei Vanzina,
uscito in 500 copie in tutt'Italia il 5/2/2004, non ha pretese
sociologiche, politiche, impegnate. E' il collage di una settantina di
barzellette, alcune delle quali stranote (altre straraccontate da Gigi
anche in certe fortunatissime trasmissioni televisive), che permettono di
passare due ore ghignando alla grandissima, se solo si ha l'accortezza di
recarsi al cinema in buona compagnia (niente fidanzati/e, niente famiglia,
please, questo è film da compagnia goliardica, da caserma, da quinta
liceo) e magari con un bicchierozzo di quello buono in corpo. Allora
mantiene quello che promette, e nel proprio delirio allegro si può
cogliere forse anche qualche piccolo tocco raffinato, come l'inizio
delicatissimo del film, astuta citazione cinefila nientedimeno che da Senso
di Luchino Visconti, concluso dalla fulminante battuta di Lorenzo Flaherty,
e che a me ha fatto pensare a Frankenstein Junior di Mel Brooks
(altro comico dall'umorismo leggiadro e raffinato che però gode in Italia
di una fortuna critica che mai ha arriso ai Vanzina), o l'arringa finale
in favore delle barzellette, magari inutile nell'economia del film, magari
piazzata lì per accontentare i critici e anche i criticoni, ma sentita e
in fondo sincera.
Alla fine
è un film che può pienamente soddisfare le aspettative che ci si
ripongono, a patto di: 1) non aspettarsi capolavori; 2) non conoscere
troppe barzellette; 3) predisporsi a ridere di pancia; 4) recarsi a
vederlo con una compagnia ridanciana o lievemente alterati per goderne
appieno.
Consentitemi
nel finale una citazione petroliniana: mi à piaciato, proprio perchè
più stupidi di così si muore! E non à piaciato solo a me, ma
anche a buona parte della critica, come potrete leggere andando al link
sottostante, e soprattutto al generosissimo pubblico italiano che ha
consentito al film di balzare in vetta alla classifica dei film più visti
dopo appena tre giorni di programmazione, e addirittura di resistervi per
un'intera settimana!