Gigi Proietti: La Tosca

Home
Mappa
Prossimamente
Biografia
Teatro
Cinema
Televisione
Maresciallo Rocca
Sonetti
Links
Guestbook
Donazioni

Mail

Proveperunsito live space

 

1973 Regia di Luigi Magni
Con Monica Vitti, Vittorio Gassman, Umberto Orsini, Aldo Fabrizi

Roma, 14 giugno 1800, il giorno della battaglia di Marengo, vincendo la quale Napoleone si assicurò l’entrata in Italia. Mario Cavaradossi (Gigi), pittore e giacobino, sta dipingendo una Maria Maddalena per la chiesa di S. Agnese quando sorprende nella chiesa Cesare Angelotti (Orsini), prigioniero politico appena fuggito da Castel S. Angelo negli abiti femminili fornitigli dalla sorella. Cavaradossi conduce Angelotti, di cui condivide le idee politiche, a casa sua per nasconderlo, ma nella fuga questi dimentica un ventaglio. Lo ritrova il barone Vitellio Scarpia (Gassman), reggente dell’alta polizia romana, che lo usa per istigare il sospetto di Floria Tosca (Vitti), gelosissima amante del pittore. Seguendola a casa di Cavaradossi, Scarpia scopre anche Angelotti, che si uccide pur di non cadere nelle sue mani, e quindi arresta il pittore, che viene condannato a morte. Ma il barone, bramoso delle grazie di Tosca, le propone un patto: Cavaradossi sarà liberato se lei acconsentirà a concederglisi. Tosca accetta in cambio di un salvacondotto che assicuri ai due amanti l’uscita dagli stati romani, e Scarpia, in presenza della cantante, dà ordine che Cavaradossi venga fucilato con colpi a salve. Mentre Scarpia brandisce il famoso salvacondotto, Tosca lo uccide con un coltello, e quindi corre ad avvisare il suo amante che faccia finta di morire quando udrà i colpi a salve. Solo che l’ordine impartito da Scarpia è un trucco: Cavaradossi viene fucilato per davvero e a Tosca non resta che gettarsi dagli spalti di Castel S. Angelo.

Messa così, non è che ci sia tanto da ridere, ma in fondo è un’opera. Magni l’ha trasformata in una godibilissima commedia senza poi dissacrare tanto, solo con la forza della meravigliosa sceneggiatura.

Non viene ricordato tra i film migliori di Magni, ma è un errore. Perché è un tenerissimo atto d’amore per l’opera da cui è tratto, ed è latore di dubbi esistenziali e politici nella migliore tradizione dei film di Magni. Interpretato splendidamente da tutti, con una particolare menzione d’onore per Gassman, che dipinge uno Scarpia da manuale della perfidia, riuscendo tuttavia, con un rapido sollevare di sopracciglia, anche a donargli qualche tratto umano. Se inoltre volete sapere cosa sia realmente il romanesco, ascoltate parlare Gigi e Fiorenzo Fiorentini: scoprirete la vera musica che si canta in riva al Tevere. Da qui viene Nun je dà retta, Roma, musica di Armando Trovajoli, parole di Luigi Magni, che diventerà la sigla di chiusura di tutti gli spettacoli successivi di Gigi, la sua cifra. La migliore commedia che abbia interpretato al cinema, fatta salva la pace di Febbre da Cavallo. Un capolavoro assoluto.

Con Fiorenzo Fiorentini Gigi ha lavorato anche in Villa Arzilla (1990) e Avvocato Porta, entrambe le serie (1997 e 2000 rispettivamente), con Magni ne La Commedia di Gaetanaccio (1978) e I sette re di Roma (1989).

Con Monica Vitti ha lavorato anche in Gli ordini sono ordini  (1972) e Non ti conosco più, amore (1980).

la locandina

locandina.jpg (36727 byte)

un'altra locandina

Con la Vitti (Tosca)

gassman.jpg (9824 byte)

Vittorio Gassman

fabrizi.jpg (11978 byte)

Aldo Fabrizi

ermejoprimopiano.jpg (10311 byte)

tosca2.JPG (14288 byte)

Torna all'inizio