Dopo tre
anni e un lungo tira e molla tra gli interpreti e la produzione, la terza
serie di Rocca vede la luce subito dopo il Festival di Sanremo del 2001,
probabilmente per evitare i problemi della prima edizione.
Questa volta il battage
pubblicitario si esplica soprattutto sui giornali, mentre i protagonisti
si guardano bene dall'intervenire alle trasmissioni: si tenta di far
crescere l'attesa facendo trapelare immagini drammaticissime e facendo
circolare la voce della prossima uscita di Margherita dalla serie.
Si dice che siano stati girati
addirittura tre finali per la serie, e che il pubblico potrà scegliere
con un referendum popolare tra di essi per decidere il destino della
farmacista. Ma quando sarebbe il caso di esercitare il millantato diritto
di voto, non c'è più traccia del famoso referendum, e Margherita muore
dilaniata da una bomba.
Non è la sola ad abbandonare la
serie: anche il capitano Aloisi (Roberto Accornero) cede il passo al
capitano de Santis (Alberto Molinari), un ufficiale più giovane e meno
ricco di esperienza e carisma.
Mannino (Mattia Sbragia) invece
ritorna, promosso Procuratore Capo dopo un periodo a Roma, e porta con sè
il sostituto procuratore Dottoressa Lucia Ascari (Daniela Scarlatti), che dopo un breve periodo di
rodaggio si accorge di provare una simpatia tutta femminile per il
maresciallo.
La regia dei primi due episodi
della serie è di Giorgio Capitani, quella degli ultimi è di Josè Maria
Sanchez, che porta alla serie una ventata di azione e violenza che prima
mancava.
Gli ascolti della serie, sempre
altissimi in rapporto alla progressiva contrazione del pubblico
televisivo, vengono in qualche modo contenuti dalla sfida con il quiz di
Gerry Scotti Chi vuol essere miliardario, posto in diretta
concorrenza. La prima puntata di Rocca deve scontrarsi con una puntata
speciale del quiz, cui partecipano per beneficenza i ragazzi della prima
edizione del Grande Fratello. E mentre Rocca spiega su Raiuno a
Giacomo che la vita è durissima, dieci ragazzotti più o meno avvenenti
dimostrano brutalmente all'Italia che, al contrario, basta essere bellocci
ed avere una gran faccia tosta per avere successo. Mantenerlo, poi, è un
altro mazzo di carte. La terza puntata,
invece, deve scontrarsi con l'unica vincitrice del famoso miliardo. Sarà
un caso?.
In ogni caso la serie, che, per
complessità degli intrighi e perfetto equilibrio della sceneggiatura è per quanto mi riguarda la migliore, porta a
casa una media di 9.200.000 spettatori a puntata, e Gigi viene premiato
con un Telegatto e con la Grolla d'oro per la migliore interpretazione
maschile nella fiction.
Gigi riesce a diventare in questa
serie un adorabile gaffeur, un padre ancora più premuroso, un marito
appassionato, un mastino che non si arrende davanti a nulla. E che non si
perde, anche se disarmare il cane della pistola puntata sull'assassino di
sua moglie è il gesto che gli costa più fatica di tutti gli
episodi complessivi.
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