Gigi Proietti: Senza titolo

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Proveperunsito live space

 

Se per un motivo o per un altro volete far incazzare Gigi Proietti, dategli del qualunquista, adombrate qualche sospetto sulla sua onorabilità. Vi risponderà per le rime come è capitato a Castri-Borsoni che leggendo sull'Espresso i quattro sonetti che precedono questo osò definirlo appunto qualunquista.

E, vi assicuro, il grado di acidità di questo sonetto non è neanche lontanamente paragonabile a quello dell'ultimo sonetto scritto per la vicenda del teatro di Roma, all'atto delle dimissioni di Mario Martone. 

SI RINGRAZIA CESCA PER LA PREZIOSISSIMA COLLABORAZIONE "ARCHEOLOGICA"

Sicuro, io ritorno a ffa' la rima

coi versi la polemica è più bella.

Senza rancore. Amici come prima.

Ma credi, qualunquista è tua sorella.

 

Me dicono che t'eri candidato

ai teatri de tutto lo Stivale.

Chissà che penseranno quelli, a Prato?

Penseranno che lì te trovi male!

 

Misteri! Boh? Ma la faccenda è strana.

Solo se parli usando l'ironia 

qualche volpe esce fori de la tana.

 

Se vede che nun so' ppiù abbituati!

Doppo tant'anni de burocrazzia,

nun vonno manco esse cojonati.

 

Castri e Borzoni, che Dio vi Perdoni!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

...e non è finita qui! Leggete l'epitaffio del Teatro di Roma.

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