Trama tratta dall'Enciclopedia
dello spettacolo Garzanti
Il misantropo è Alceste (Giancarlo
Sbragia), che non
sopporta compromessi o finzioni; ha una lite giudiziaria in corso ma, come
spiega all’amico Filinte, non farà pressioni per ottenere un giudizio
favorevole. Non esita a giudicare pessimo un sonetto di Oronte,
inimicandoselo. E tuttavia è innamorato della civetta e maldicente
Célimène (Lea Massari) e non della sua bella e virtuosa cugina Eliane. Due avvenimenti
chiuderanno Alceste nella sua misantropia: la calunniosa accusa, da parte
del suo avversario nel processo, che sia l’autore di un infame libello;
e la definitiva certezza della doppiezza di Célimène e della sua
frivolezza, quando ella, abbandonata da tutti i suoi adoratori, rifiuta di
sposarlo per non seguirlo in provincia.
Gigi ha la parte di Acasto, uno degli
adoratori di Célimène, e si presenta in scena pieno di crinoline, con
baffetti sottili a punta, una lunga parrucca nera che sembra addirittura
metterne in evidenza il naso. Una simpatica parte da attor giovane frivolo
e vanesio.