Gigi Proietti: I ladri dell'onore

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1975 Da Carolina Invernizio Regia di Ugo Gregoretti

Ringrazio infinitamente la mia mamma che mi ha permesso di fare questa presa GALATTICA!

Per la serie in cinque puntate Romanzo Popolare, di cui con ogni probabilità fa parte anche Le tigri di Mompracem, Gregoretti adatta per la televisione anche il romanzo fiume di 600 pagine I ladri dell'onore, di Carolina Invernizio, antesignana dei fotoromanzi e, molti anni dopo, delle telenovelas.

Sinteticamente, per quanto possibile, la trama: nella Torino inizio '900 ci sono due madri, la ricca Sofia e la povera e gobba Jane; e ci sono due figlie: Lorenza, figlia di Sofia, che è cresciuta in un orfanotrofio, e Margherita, figlia di Jane, cresciuta invece negli agi. Perchè tutto questo? Perchè il perfido Attilio Morra (Gigi), marito di Sofia, che ha avuto Margherita con Jane (bel coraggio...), ha sostituito nella culla con quest'ultima Lorenza, che Sofia ha avuto invece da una relazione adulterina con tale Berto (oh Madonna!), morto in circostanze misteriose. Lorenza (che il caso vuole si incontri con Jane, e con lei formi un'alleanza di ferro) e Margherita si disputano un giovinastro, tale Pietro Zanna, che, guarda caso, è nipote del povero Berto. Questi riesce a portarsele a letto tutte e due, Lorenza per sfizio e Margherita per sfilarle la dote, ma ha fatto i conti senza il malefico Morra, che gli fa fare la stessa fine di Berto, riuscendo tra l'altro a incastrare per l'omicidio Lorenza che va sotto processo. Margherita porta in seno il figlio della colpa, e, costretta dal cattivissimo padre, sposa un altro giovane. Lorenza, riconosciuta innocente, si insinua come governante nella casa di Margherita, e subito dopo il parto rapisce la neonata che sa essere figlia di Pietro Zanna. Sofia (che giusto per ricordarvelo, è la madre di Lorenza, ma pensa di essere madre di Margherita per la scellerataggine di Attilio) scopre in un cassetto del marito la prova dello scambio di neonate nella culla, si reca da Jane (che è, giusto per essere chiari, madre di Margherita, ma ha "adottato" Lorenza) e insieme complottano la disfatta dell'infame Attilio. Dopo che madri e figlie si sono finalmente ricomposte nell'ordine giusto, Margherita, convenientemente, muore (anche perchè al Mandrake le margherite je sfiorischeno...ah ah!). Il nefando (lo confesso, al quinto sinonimo ho controllato il vocabolario) Attilio, quindi, colpito dalla giustizia divina nel suo affetto più caro, disperato, cede alla follia. 

Come già per Le Tigri di Mompracem, Gregoretti trae spunto dall'indigeribile feuilleton per mescolare accuratissime ricostruzioni d'ambiente con l'ironia e la dissacrazione che lo contraddistinguono; e sottolinea l'inutile e ridicola enfasi che appesantisce ulteriormente una storia di per sè ben complicata e gravata per di più da un'insopportabile morale piccolo-borghese per la quale la morte di Margherita, a ben guardare l'unica innocente di tutto il gruppo, risolve ogni problema di mantenimento della facciata. Infine, senza che per questo si trasformi in un pedante professorino, ci svela con affetto e ammirazione la raffinatezza dei meccanismi messi in atto dalla Invernizio, i cui complicatissimi canovacci, trasmessi di generazione in generazione, hanno dato origine ai fotoromanzi (esilaranti i fermo immagine tipo Grandhotel che punteggiano lo sceneggiato) e quindi alle telenovelas e alle soap opera.

Gigi, dal canto suo, nella parte del malvagio Attilio si e ci diverte un sacco e mezzo con un saggio di recitazione straniata, ben più che sopra le righe, che ha il suo culmine nell'espressione che potete ammirare qui di fianco.

Con Gregoretti Gigi ha lavorato anche ne Il Circolo Pickwick (1968), Le tigri di Mompracem (1974), Sabato sera dalle nove alle dieci (1973), Caro Petrolini (1979), Il Bugiardo (1980)

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Ritratto di famiglia con Gregoretti 

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Jane pretende da Attilio la propria figlia

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Attilio scopre sul giornale che le sue mani sono state riconosciute come l'arma del delitto Zanna

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Attilio si fa passare per generoso

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Ma il cerchio si stringe

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e incubi tremendi lo perseguitano

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finchè impazzisce

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